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[chi riconosce la citazione vince un biscotto]

La stampa oggi riporta con grande evidenza la notizia delle discussioni assai avanzate in corso tra Renault e FCA circa un possibile “matrimonio”; ovviamente queste mega-fusioni non sono fatte finché non sono fatte, dunque è opportuno commentarle solo una volta perfezionate, ammesso che avvenga.

Ma un’osservazione di carattere generale si può farla fin da subito: le aggregazioni saranno inevitabili.

Escluse (forse) VW e Toyota, nessuna casa automobilistica ha le decine di miliardi che saranno necessari alla transizione all’elettrico perché nonostante il blasone, le altre case sono soggetti finanziariamente deboli, con capitalizzazioni relativamente basse:

• Toyota = $200B
• Volkswagen = $83B
• Daimler = $62B
• General Motors = $54B
• BMW = $54B
• Honda = $54B
• Nissan =$35B
• Ford = $33B
• Tesla = $33B
• FCA = $26B

Ovviamente, come ogni volta, saltano fuori anche i “rumors” di una possibile acquisizione di Tesla da parte di Apple. A titolo di curiosità, Apple ha in cassa oggi 237 miliardi di dollari: se fosse una mera questione di soldi, Cupertino si potrebbe comprare una bella fetta di tutta l’industria automobilistica pagandola in contanti.

Ma ovviamente i soldi sono solo una piccola (!) parte del problema: secondo il ben informato Bill Murphy, l’accordo non sarebbe andato in porto perché Apple avrebbe voluto che Musk lasciasse le redini della sua creatura. Mi sembrerebbe MOLTO ingenuo da parte di Apple anche solo immaginare di porre una clausola del genere: far fuori un fondatore di profilo altissimo come Elon Musk richiede una maggioranza di ferro in CdA, che a sua volta dovrebbe rispecchiare una forte insoddisfazione degli azionisti.

L’azionariato di TSLA invece è tra i più solidi che si possano immaginare: oltre 1.000 istituzioni detengono quasi l’84% del float. Sono questi investitori non speculativi che fanno scommesse sul lunghissimo periodo e non si lasciano certo influenzare dalle oscillazioni giornaliere, per quanto importanti.