Nel corso del weekend del 14/15 settembre la rete di ricarica ENEL X ha patito un black-out che ha colpito per parecchie ore l’intera rete distribuita sul territorio nazionale.
La stampa ha riportato la notizia senza poter fare ipotesi sulla ragione del disservizio, anche per la laconicità dell’ufficio stampa ENEL che ha ammesso il problema ma non ha offerto nessuna spiegazione in merito.
Disservizi come questo possono essere causati da eventi naturali (ad esempio un albero che cade per una tempesta) ma in questo caso hanno portata limitata; quando si tratta di disservizi su scala nazionale, bisogna cercare altrove.
L’ipotesi avanzata fino dalle prime ore è che si sia trattato di un guasto software relativo al complesso sistema di metering e billing (rispettivamente conteggio dell’energia e calcolo dei corrispettivi), notoriamente da sempre il tallone di Achille di ogni utility: chi si è fatto venire i capelli bianchi nell’informatica sa come vanno queste cose: c’è l’aggiornamento da fare, lo si collauda su un sistema di staging, se non ci sono problemi lo si mette in produzione, di solito durante un week-end.
Ma tra il sistema di staging e quello di produzione possono esserci mille differenze e qualcosa può andare storto, nel qual caso si cerca di ritornare allo stato precedente mediante un cosiddetto rollback, che però è anch’esso una procedura informatica ove qualcosa può non funzionare correttamente.
A questo punto non resta che intervenire manualmente, ricostruendo database e tabelle a partire da copie di riserva, ma la procedura può richiedere molte ore e qualche dato rimanere danneggiato, portando a ricadute.
Tutto ciò è perfettamente normale e in una certa misura malauguratamente inevitabile, dato che ogni progresso dell’informatica è stato accompagnata da una sua ulteriore complicazione.
L’unico rimedio pratico è limitare il danno: anziché un unico sistema, se ne creano diversi isolati l’uno dall’altro, in modo che una catastrofe sull’uno non trascini con sé anche gli altri. Inoltre i sistemi vengono classificati in base alla loro criticità, proprio come si fa per l’energia elettrica o il gas: lasciare al buio un isolato è un disagio, ma lasciare al buio un ospedale può causare dei morti. Immaginiamo ad esempio le conseguenze se il black-out di ieri avesse impedito la consegna di farmaci salvavita…
La tesi di OneWedge
Abbiamo sempre sostenuto che le applicazioni B2B andassero fisicamente separate da quelle B2C, creando una infrastruttura di ricarica dedicata alle flotte aziendali.
Su uno scenario aziendale inoltre, sono possibili contratti forfettari che non richiedono a bordo dei caricatori complessi strati di software che sono proprio quelli più “delicati” come questo week-end ci ha dimostrato, ma possano essere semplicemente attivati tramite una banale “chiave” RFID.
Da ultimo, la creazione di una rete alternativa permette di attivarla eventualmente quale back-up di emergenza nel caso di un malfunzionamento diffuso e prolungato come quello appena avvenuto e – naturalmente – viceversa.