Da qualche giorno imperversa il dibattito sulle ragioni che hanno portato Akio Toyoda, il CEO del colosso automobilistico Toyota a rilasciare un’intervista ripresa dai media di tutto il mondo in cui getta dubbi sulla reale sostenibilità delle auto elettriche e bolla la tecnologia come “immatura”.
Intervista che curiosamente arriva solo pochi giorni dopo l’annuncio che il primo veicolo 100% elettrico della casa giapponese starebbe per arrivare. Si dovrebbe trattare di un SUV con batteria allo stato solido con prestazioni interessanti (tornerò più avanti sul perché della scelta proprio di questo segmento per l’esordio elettrico).
Un intervento che ha sorpreso molti, non solo per i contenuti controcorrente ma anche per il vigore con cui Toyoda ha presentato le sue argomentazioni, completamente fuori personaggio per una cultura che fa dell’imperturbabilità un valore assoluto, soprattutto a livelli così alti.
“Sta difendendo la strategia della sua Casa, in ritardo sull’elettrico” dicono alcuni; oppure ancora si parla di violenti contrasti in seno al top management, nel cui quadro l’intervista sarebbe un modo per rimettere in riga i ribelli; sono ipotesi del tutto verosimili, perfettamente allineate alle vere e proprie tempeste scatenatesi per le identiche ragioni ai piani alti di concorrenti quali BMW o Volkswagen.
Però io credo che ci siano ragioni anche più tattiche che mi vengono suggerite dai numeri sulle vendite di SUV e crossover, ovvero quello che per i costruttori genera i margini maggiori, in molti casi superiori anche del 50% rispetto a berline costruite sulla stessa piattaforma.
Facciamo un confronto tra due modelli molto popolari: il Toyota RAV4 e il Volkswagen Tiguan: nel 2020 fino ad ottobre le immatricolazioni in Europa di RAV4 sono state circa il 50% di quelle di Tiguan, ma ad ottobre sono state quasi due terzi, come a dire che Toyota sta guadagnando terreno su Volkswagen proprio nel segmento che genera i maggiori profitti. Questo ha fatto lievitare la sua quota interna (cioè la quota di vendite che questi SUV rappresentano sul totale della Casa): se tra gennaio e ottobre essa è circa al 14% per entrambi, in ottobre Tiguan rappresenta l’11% delle vendite di VW, mentre RAV4 costituisce ben il 16% delle vendite Toyota.

Dunque Toyota all’attacco e Volkswagen in difesa, ma forse le cose stanno per cambiare, perché ormai la ID.4 è in dirittura di arrivo, soprattutto sull’importantissimo mercato USA e basta un’occhiata per capire che il futuro SUV elettrico Toyota ne sarà un diretto concorrente.
L’effetto dell’introduzione dei primi modelli elettrificati su un segmento finora termico è dirompente, lo possiamo misurare facilmente se osserviamo l’andamento delle vendite in Europa: la quota di mercato elettrica ad ottobre è stata del 6,5%, ma per i modelli che potevano offrire una versione elettrica (ancorché magari con una denominazione diversa) la quota elettrica schizza molto rapidamente oltre il 30%.

Dato che il SUV elettrico Toyota non arriverà realisticamente prima della fine del 2021 (se va tutto bene) la ID.4 ha davanti un annetto dove può approfittare della doppia motorizzazione per tarpare le ali all’assalto di RAV4 e, perché no, contrattaccare, infliggendo un colpo che peserebbe non solo sul prestigio ma anche sul portafogli della casa giapponese.
In questo quadro, una intervista così aggressiva da parte di una personalità di livello così alto potrebbe essere vista come una carta (un po’ disperata) non tanto per rallentare il processo di elettrificazione, il cui momento è tale da renderlo praticamente inarrestabile, quanto per rendere la vita un po’ più difficile ad uno specifico modello che ancora sul mercato non c’è.
Anche la scelta di parole è tutt’altro che casuale: definire “immatura” la tecnologia permetterà allo stesso Toyoda di approvarla come “matura” ad esempio grazie all’arrivo di una nuova tecnologia come le batterie allo stato solido; sostenere che l’impatto ambientale sia “insostenibile” non impedisce di presentare tra un annetto nuovi dati grazie ai quali essa divenga sostenibile.
Insomma, bisogna capire che far perdere la faccia ad un manager di quel livello sarebbe impensabile in Giappone e perciò possiamo essere sicuri che Toyota abbia in serbo qualche avanzamento tecnologico che consentirà ad Akio Toyoda di uscire da questa querelle a testa alta.