È sicuramente un caso, ma da quando è cambiata l’amministrazione USA, autorevoli testate danno voce ad una sciocchezza talmente sesquipedale da far dubitare della buona fede di chi la scrive.
In sostanza la tesi (sostenuta recentemente da Bloomberg in questo articolo) è che l’impronta carbonica di un veicolo elettrico (EV) sia equivalente quando non superiore a quella di un veicolo a combustione interna ICE), una volta che si tiene conto dell’anidride carbonica emessa per generare l’elettricità con cui caricare la EV.
Questa è una vera e propria bugia, peraltro facile da smentire. Facciamo ad esempio il caso dell’Italia e confrontiamo le due vetture per le quali ipotizzeremo una percorrenza annuale pari alla media delle vetture circolanti in Italia (12.000 km):
- ICE: 12.000 * 231 gCO2/km = 2,8 t CO2 / anno
- EV: 12.000 / 6 * 229 gCO2/kWh = 0,46 t CO2 / anno
La differenza in favore della EV è quasi dell’80%, ovviamente senza tener conto degli utenti che ricaricano la propria EV autoconsumando energia elettrica proveniente dal loro impianto fotovoltaico. Si noti che anche ripetendo il calcolo con una vettura moderna (99 gCO2 / km) troviamo che questa emette il triplo di CO2 di una EV. Ovviamente al calcolo andrebbero aggiunti i 30 kg di CO, i 5,4 di NOx, i 324g di PM2,5 ed i 444g di PM10.
FONTI:
- intensità carbonica dell’elettricità generata in Italia: EEA, dato 2014 (ultimo disponibile); il dato medio sui 28 paesi della UE è leggermente peggiore: 276
- consumo rilevato sul campo delle EV: spritmonitor.de
- emissione media del parco circolante in Italia: SINAnet di ISPRA