Il grafico della paura

Come mai i media cosiddetti “mainstream” ora si occupano così tanto di Mobilità Elettrica?

Sicuramente un po’ il tema è di moda, ma penso che la ragione principale sia che i giornalisti specializzati sono in intimo contatto con le Case automobilistiche ed abbiano “annusato” un sincero interesse di queste ultime, la cui ragione ovviamente può essere solo che le Case a loro volta siano giunte alla conclusione che la trasformazione abbia ormai una inerzia tale da essere inarrestabile.

I dati delle immatricolazioni U.S.A. lo confermano: è vero, persino negli Stati Uniti le immatricolazioni di vetture elettriche restano parecchio inferiori all’1% del totale, ma bisogna ricordare che – per ora – le auto elettriche riescono a competere solo nel segmento Premium del mercato.

Esaminando il dettaglio di quest’ultimo (diviso nelle due componenti auto e SUV) si nota che le Tesla sembrano completamente immuni dal rallentamento ormai evidente nel mercato americano:

Chart 1 cars

La Tesla Model S è infatti ormai stabilmente il modello più venduto di questo segmento, e la forbice con la seconda classificata (Mercedes-Benz Classe S) si sta allargando con velocità allarmante per tutte le case tedesche, tradizionali dominatrici del segmento.

In termini di tassi di crescita Tesla cresce del 15%, mentre tutti gli altri insieme scendono dell’11%, un differenziale di circa 26 punti che hanno portato il marchio elettrico a sfiorare il 40% del segmento.

Mutatis mutandis, lo stesso vale per il segmento SUV che per ora gode di miglior salute, avendo messo a segno un +8% che però si è distribuito in modo assai ineguale:

Chart 2 SUVs

La Tesla Model X ha scalato una posizione in classifica passando dal 3° al 2° posto dietro alla Cadillac Escalade, ma mentre quest’ultima registra vendite in sostanza uguali all’anno scorso (insieme a praticamente tutti i modelli esclusa la novità Bentley), la Model X cresce di un vertiginoso 38% anno su anno: a questi ritmi, il gradino più alto del podio è lontano al massimo un paio d’anni.

Al di là del prestigio, come al solito contano i soldi: la profittabilità delle automobili Premium è ben maggiore di quelle mass-market. Basta notare che i margini di BMW e Mercedes sono tra il 5% e il 7% mentre FCA o Ford faticano ad arrivare alla metà.

Dunque l’arcano è in realtà facile da spiegare: il mercato sta – come dicono gli anglosassoni – votando col portafogli, indicando senza esitazioni ai produttori i propri desideri.


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