Dopo il post di qualche giorno fa, non sono mancate le critiche, che oggi culminano in una persona che definisce “baggianate” le mie valutazioni sull’attuale situazione delle ricariche Fast.
Ovviamente l’infrastruttura – come spiegato nel post linkato sopra – è fatta di Infrastruttura Notturna ed Infrastruttura Diurna – in questo post ci occupiamo solo di quest’ultima.
Il dato che cito è frutto di una analisi che ho fatto io stesso, consultando la app Nextcharge. L’interrogazione ha riguardato 7 città Metropolitane più la provincia di Verona e ha cercato le stazioni con potenza di ricarica >40kW in un raggio di 65km per ciascuna città. Tra le stazioni esistenti ho incluso anche quelle già annunciate da ENEL pur se non ancora funzionanti e compreso anche i Supercharger Tesla: pur essendo questi ultimi riservati ai soli clienti Tesla, quasi sempre sono accoppiati a Destination Charger aperti al resto del pubblico, inoltre la distanza di 65km è stata scelta per evitare sovrapposizioni tra Milano, Genova, Torino e Verona.
Come si vede, la situazione migliore è a Milano dove oltre alle stazioni ENEL fuori città abbiamo le stazioni A2A (considerate qui ancora tutte funzionanti) con un’area servita di 359 kmq per stazione e a peggiore a Napoli con un’are 10 volte più ampia.
Per fare il confronto ICE ho usato il numero di 22.000 stazioni di servizio ripartendolo in modo uniforme sul territorio nazionale di poco più di 300k kmq. Si tratta di una approssimazione a mio parere accettabile, visto che nei cerchi metropolitani di 130 km di diametro la densità sarà – casomai – ancor maggiore.
La distanza media tra stazioni di ricarica fast risulta dunque di 34 km, ma la media è ingannevole e non viene affatto rispettata dalla disposizione reale delle stazioni.