L’infrastruttura di ricarica

In questi giorni abbondano gli articoli sui media relativi all’installazione di 14.000 caricatori in Italia. Spesso a questi annunci (peraltro reiterati nel tempo, il lettore sprovveduto potrebbe anche pensare che si tratti di “altri” 14.000 caricatori, ma sono sempre gli stessi) si accompagna l’arguta osservazione del giornalista che “in Italia vi sono più caricatori che veicoli elettrici”.

Questo articolo vuole aiutare a fare chiarezza sul tema.

Modalità di ricarica

Contrariamente a quanto avviene nella mobilità tradizionale, ove il rifornimento si fa in un solo modo (alla pompa e fuori casa) la mobilità elettrica prevede due modalità distinte e complementari tra loro:

  • la modalità “notturna” nella quale il veicolo viene ricaricato approfittando della sosta notturna
  • la modalità “diurna” nella quale la batteria del veicolo viene rabboccata nel corso di uno spostamento

Queste modalità non hanno NULLA in comune se non il fatto di riempire di carburante (= energia) il serbatoio (= batteria): sono diverse la collocazione del caricatore, il momento nella giornata in cui si effettua la ricarica, la velocità di ricarica (qualche kW contro decine di kW), la tecnologia di alimentazione (AC vs. DC) ma soprattutto è MOLTO diverso il costo del dispositivo: se infatti un caricatore AC per uso notturno può costare alcune centinaia di euro, un caricatore in continua da 50 kW parte da 30-40.000 euro.

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Quanti ne servono?

Per valutare la reale portata dell’annuncio di 14.000 caricatori ripartiti in modo non chiaro tra il tipo diurno e quello notturno, dunque, bisogna rapportarsi a quanti ne servirebbero in totale.

Per quanto riguarda il tipo notturno, considerato che ogni EV deve caricarsi di notte per essere pronta il giorno dopo, ne servono TANTI QUANTI SONO I VEICOLI cioè, a regime in Italia ne serviranno 36 milioni ! Molti saranno di proprietà privata ma chi non ha il box o il posto macchina privato (in particolare nei grandi agglomerati urbani)  dovrà potersi appoggiare su caricatori pubblici.

Per quanto riguarda il tipo diurno, ipotizziamo che le ricariche fuori casa siano il 25% del totale: 36M di veicoli che percorrono 11.200 km/anno : 6 km/kWh x 25% fuori casa fanno circa 16.5 miliardi di kWh all’anno. Un caricatore da 50 kW che venga utilizzato per il 25% del tempo totale (24 x 365) eroga circa 131.000 kWh all’anno dunque il numero di caricatori diurni necessari è di circa 126.000.

A voler pensar male si potrebbe congetturare che la confusione sia voluta; immaginate che nessuno conoscesse il panorama dei veicoli a due ruote e che, approfittando del fatto che entrambi hanno due ruote, una sella, un manubrio ed un motore un politico senza troppi scrupoli annunci di aver dotato la Polizia di 1000 “moto” senza specificare di quale tra questi due prodotti sta parlando.

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Ovviamente entrambi hanno uno scenario applicativo ben preciso e non interscambiabile: provate a mettere un vigile urbano in sella ad una Monster per andare a mettere multe per divieto di sosta, ma provate a lanciarvi all’inseguimento di un rapinatore in sella ad un VeloSoleX… allo stesso modo, installare un caricatore notturno là dove ne servirebbe uno diurno è del tutto inutile, in quanto nessun utente si fermerà nel centro commerciale o davanti al supermercato per tutta la notte.

Perché non solo fast?

Ma oltre al buonsenso, vi sono anche ragioni tecniche per utilizzare entrambe le modalità: chiunque abbia provato a riempire d’acqua con la canna del giardino la ciotola del proprio cane, sa che la portata elevata della canna mi permette di raggiungere rapidamente una certa percentuale di riempimento, ma anche che se voglio riempire completamente la ciotola devo chiudere in parte il rubinetto per ridurre la portata, altrimenti dopo un certo limite la turbolenza scatenata dal getto in entrata è tale da far uscire quasi altrettanta acqua di quella che entra.

Dunque quando ho a disposizione una lunga sosta come durante la notte è opportuno caricare la batteria lentamente; se anche non ci penso io, ci pensa il sistema di ricarica che raggiunto il 70% – 80% della carica della batteria, diminuisce la velocità del caricatore fino al completamento, dunque per l’uso notturno un caricatore in continua sarebbe uno spreco assurdo di risorse visto che il risultato complessivamente cambia di pochissimo.


3 risposte a "L’infrastruttura di ricarica"

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