Già da qualche giorno avevo in animo di scrivere un post su ruolo dell’idrogeno come storage in un mondo dove l’elettricità diventa troppo abbondante.
È arrivato prima di me, con molta maggiore competenza, Traver Kennedy, Presidente e AD di Joi Scientific, società leader nell’idrogeno.
Dunque tanto vale che vi leggiate il suo.
Prendendo spunto dai numerosi commenti, è chiaro che il processo di conversione energia – idrogeno – energia ha un rendimento inferiore all’unità, così come qualsiasi altra forma di stoccaggio (pompaggi, elettrochimico, ecc.). Certo, questi rendimenti possono salire grazie alla ricerca ma ognuno è anche caratterizzato da costi indiretti (chiedete a chi vive vicino ad una diga…) che ne rendono non universale l’applicabilità. La soluzione non è dunque rappresentata da UNA tecnologia, ma da un insieme di esse, ciascuna applicata nella situazione più prossima all’ideale.
Aggiungo solo che un mondo ove l’elettricità è molto abbondante è quello che ha ispirato nel secolo scorso coloro che con preveggenza investirono nel nostro sistema idroelettrico, del quale l’idrogeno è un complemento e che già oggi i consumi elettrici nel nostro paese sono in significativa riduzione:
Un fenomeno del quale personalmente ho preso piena coscienza all’epoca del progetto di riqualificazione energetica della mia abitazione, grazie al quale ho sostanzialmente annullato i miei costi di energia elettrica.