Esaminando il dato storico della percentuale di elettriche “pure” (=BEV) sul totale delle vetture elettriche immatricolate in Italia si riscontra una tendenza piuttosto chiara: dal febbraio 2017 (prima data in cui sono disponibili i dati delle PHEV separati da HEV) la quota delle BEV sul totale PEV è passata da circa il 40% al 60%, senza dubbio a causa dell’offerta via via più ricca.

Prendendo quest’ultimo valore (60% BEV) come rappresentativo del mercato in Italia – peraltro a livello mondiale siamo oltre il 70% – e presumendo che sia prevista una rottamazione in due terzi delle prenotazioni degli ecobonus, possiamo calcolare che nel mese di Aprile siano stati prenotati Ecobonus per circa 2.500 vetture; dato che ne sono state consegnate solo 1.661 tra BEV e PHEV, il sistema ha accumulato un backlog di ordini pari a quasi 900 vetture che verranno consegnate entro i prossimi 6 mesi.

Sembra che il ritardo nelle consegna sia ben più importante nei modelli PHEV che non in quelli BEV [anche se dobbiamo sottolineare che i calcoli sono “figli” delle due ipotesi evidenziate in neretto sopra], il che è sorprendente, visto che da un punto di vista produttivo, una PHEV ha molte più componenti e sottosistemi in comune con una ICE, ed ha una batteria molto più piccola: se il collo di bottiglia fosse la batteria, in altre parole, perché la Case fanno più fatica a consegnare PHEV?
Monitorando questo dato nei mesi a venire potremo capire se il sistema produttivo stia riuscendo a smaltire l’arretrato oppure no.
Ciao Gianni,
in pratica hai calcolato gli Ecobonus prenotati, considerando i fondi utilizzati al 30 aprile (20 Mio € – fondi residui indicati https://ecobonus.mise.gov.it/) e stimando la composizione delle vetture per le quali sono stati richiesti come 60% BEV, 40% PHEV, 2/3 con rottamazione e 1/3 senza rottamazione. Corretto?
Grazie.
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Esattamente – l’ipotesi sulla rottamazione è COMPLETAMENTE arbitraria, non trovo nessun dato che mi possa suggerire la frazione corretta
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