Scrivo questo articolo per parlare di un argomento del quale tecnicamente capisco poco e solo per sentito dire, sperando che il mio buon amico Fabio Bistoncini abbia voglia di contribuire la sua opinione, visto che invece lui se ne intende !
Qualche giorno fa un potenziale investitore mi ha posto una domanda che poteva sembrare ingenua:
Chi sono i migliori alleati della Mobilità Elettrica?
Istintivamente si è portati a cercare la risposta nell’opinione pubblica, preoccupata del crescente deterioramento dall’ambiente in cui viviamo, il riscaldamento globale, Greta, i movimenti ambientalisti… Ora però provo a parafrasare la domanda:
Chi, con le sue decisioni, può determinare un mutamento di scenario favorevole alla Mobilità Elettrica?
Usciamo cioè dalle argomentazioni ideologiche che tendono ad essere focalizzate sul lungo periodo e concentriamoci su cosa potrebbe fare la differenza in tempi relativamente contenuti.
La risposta allora diventa molto chiara: i Sindaci. A contatto diretto con gli elettori, essi sono il terminale ricevente della macchina statale e governano tramite le politiche urbanistico/edilizie e di gestione di traffico e trasporto pubblico, leve direttamente collegate al cuore del problema.
L’esempio più lampante lo ha dato Beppe Sala, Sindaco di Milano che, senza alcuna fanfara, ha creato nella città che amministra (che si trova nel cuore di una delle zone più inquinate d’Italia e d’Europa) una delle più grandi ZTL del mondo, tra la sostanziale approvazione dei suoi cittadini.

Certo, Milano ha tutta una serie di vantaggi dalla sua e dunque il furbo Sala non ha fatto che cogliere rapidamente una opportunità per mostrare la strada ai suoi colleghi che, piano piano, si accorgono che si può fare e probabilmente prenderanno provvedimenti simili.
Mettiamoci ora nei panni di un immaginario dirigente di una impresa petrolifera o automobilistica che volesse rallentare la transizione all’elettrico non tanto per malvagità quanto perché è preoccupato che la sua impresa abbia il tempo di adeguarsi al nuovo scenario.
Questo ipotetico dirigente potrebbe pensare che una azione di lobby potrebbe far sì che le normative che spingono nella direzione dell’elettrificazione del parco mezzi circolante vengano “annacquate” dilazionandole nel tempo.
Questa azione si è già da tempo spostata da Roma a Bruxelles, ove decisioni di questo tipo ormai vengono prese per i 28 (presto 27) paesi della UE, ed i consulenti si sono organizzati per gestire la dualità del processo decisionale.
Ma se il punto nevralgico si sposta dal centro alla periferia, il problema diventa difficile da gestire: come faremo a convincere ognuno dei quasi novemila Sindaci italiani ad aspettare ancora un po’, magari usando il mito dell’artigiano che non può permettersi di cambiare il furgone (quando in realtà ormai tutti sanno che il furgone non lo cambia solo perché va ancora benone…) ?
Quale consulente avrebbe la forza di intraprendere un progetto simile? E quanto costerebbe?
Personalmente, questo scenario mi ricorda quello della battaglia di Canne, durante la quale i Romani affrontarono Annibale con un esercito quattro volte maggiore: il Cartaginese spedì i suoi fanti a ingaggiar battaglia con le onnipotenti legioni, ordinando loro di ritirarsi ordinatamente non appena avessero cominciato a buscarle di santa ragione. I manipoli romani avanzarono al centro in una specie di varco mentre le ali della fanteria cartaginese si richiudevano su di loro, in uno schema a tonnara che finì con la relativa mattanza.

Per questa volta, la forza straordinaria della disciplinata fanteria romana diventò la sua più grande debolezza (ma i Romani imparavano in fretta e la guerra finì come sappiamo).
Tutto sta a trovarsi dalla parte giusta…