[EDIT: esiste una versione più aggiornata di questo post]
È inutile arrabbiarsi: le argomentazioni dei fautori dell’idrogeno per autotrazione fanno acqua da tutte le parti, ma gli interessi in ballo sono colossali e dunque sarà difficile che scompaiano dal nostro radar.
Paul Martin spiega molto bene in questo articolo su CleanTechnica perché l’idea che si passi dall’idrogeno nero a quello blu e poi a quello verde è una sciocchezza che però è utilissima agli idrogenisti per contrastare le obiezioni sull’inesistenza ad oggi di una tecnologia di Carbon Capture industrializzabile e dell’enorme costo dell’elettrolisi.
Da parte mia non arrivo a chiamare (come fa Martin) “oppio” queste tesi, ma vi offro una versione rivista e – al meglio delle mie conoscenze – corretta del raffronto tra il ciclo dei protoni (cioè l’idrogeno) e quello degli elettroni (cioè le batterie).

Il punto principale (al di là dei numeri) è che il principio e la fine dei due cicli sono esattamente gli stessi: si parte da energia elettrica (meglio se rinnovabile) e si finisce con energia elettrica che alimenta un motore elettrico; la grande differenza è che il ciclo protonico perde per strada MOLTA più energia di quello elettronico.
Non possiamo mai stancarci di ripeterlo:
la fisica e’ un’opinione e anche la matematica ! preferisco viaggiare con la metempsicosi, che si basa sul metano !
qualcuno mi segue ? o e’ gia’ avantii?
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