Dopo le prime due puntate, oggi i giornali si sono riempiti del terzo episodio della saga che vede protagonista, insieme ad Apple, praticamente ogni Casa Automobilistica del pianeta: Hyundai, Volkswagen, Tesla e chi più ne ha…

Proprio ieri abbiamo passato un pomeriggio a Modena a discutere di come sarà fatta la vera auto del futuro, cioè l’Auto Digitale: chi non avesse presenziato (di persona oppure in streaming) può comunque rivedere il convegno su YouTube.
In estrema sintesi, io sono convinto che il Digitale abbia un ruolo fondamentale nell’evoluzione dell’auto senza che questo voglia necessariamente dire che Apple farà una sua auto; già circa un anno fa ho spiegato perché credo poco a questa ipotesi: a Apple non mancano talento e risorse (come neppure a Google o Microsoft), né manca la volontà o la determinazione per fagocitare un altro grande segmento industriale pronto per essere digitalizzato, ma il prodotto “automobile” è tutt’altra faccenda che il prodotto “musica” o il prodotto “telefono”: ordini di grandezza più complesso il prodotto, ordini di grandezza più articolata la catena del valore, ordini di grandezza più intricato il panorama legislativo e regolatorio.
Dunque periodicamente rimbalzano notizie su accordi, partnership quando non – addirittura – acquisizioni.
Ma se credo poco a un’auto DELLA Mela, credo invece molto ad un’auto CON la Mela perché sono convinto che prima o poi l’auto diventerà la prossima piattaforma digitale, dotata di un Sistema Operativo in piena regola, con un ecosistema applicativo di sviluppatori indipendenti, e con un immenso mercato forse ancora più grande di quelli che abbiamo visto esplodere su musica, telefoni e computer.
In questo scenario le aziende automobilistiche dovranno fare delle scelte: ci sarà chi proverà a fare tutto in casa o chi stringerà partnership con gli specialisti del software; la storia delle grandi digitalizzazioni passate ci insegna che entrambi i modelli possono avere successo, ma anche che i profitti tendono a gravitare verso chi fa il Sistema Operativo.

Io perciò credo che alla fine Apple si convincerà che produrre un’automobile non è semplicemente questione di trovare una fabbrica cinese su cui appiccicare il marchio di maggior valore al mondo e si dedicherà a fare ciò in cui eccelle, cioè il software di base, puntando a lucrativi accordi di licenza.
Se non altro per evitare questa enorme torta finisca tutta nel piatto dei suoi concorrenti californiani.