Sembra assurdo dover correre dietro a stupidaggini come questa, ma tant’è…

Non conosco Marian Alaksin né tantomeno Luca Dadda. Posso solo immaginare che non siano mai saliti su una vettura elettrica che, ovviamente, ha il riscaldamento come qualsiasi auto.
La differenza è che mentre il riscaldamento di un’auto a combustione interna usa il calore in eccesso prodotto dal motore, il riscaldamento di una vettura elettrica è un circuito indipendente (resistenza elettrica o pompa di calore). Entrambi usano in ultima analisi l’energia contenuta nel serbatoio o nella batteria ma, come sempre, il circuito elettrico è assai più efficiente.
Per fare un confronto ho semplicemente acceso la mia auto elettrica, acceso il riscaldamento e misurato il suo consumo con un software di controllo che si chiama Power Cruise Control, ottenendo il risultato che vedete in alto a destra nella figura:

Come vedete, con una temperatura esterna di 2 °C e richiedendo 20 °C nell’abitacolo, il consumo è di circa 600W.
Su una vettura a combustione interna il rilevamento è meno semplice, e mi sono affidato a quelli fatti dal governo USA, ovvero 0,15 galloni/ora (auto compatta, diesel o benzina) che equivalgono a 0,7lt/ora.
Se dunque immaginiamo che la mia Kona venga bloccata da una tormenta con la batteria completamente carica accanto alla stessa auto in versione diesel o benzina con il suo serbatoio da 50 litri pieno, cosa succederebbe?
Beh, la Kona a benzina esaurirebbe il carburante dopo 73 ore, mentre la Kona elettrica lo esaurirebbe dopo 107.

Naturalmente in tutto questo non ho tenuto conto del fatto che potrei accendere e spegnere entrambe le auto ad intermittenza per prolungare il tempo di riscaldamento, ma soprattutto non ho tenuto conto del fatto che potrei accontentarmi di riscaldare solo il sedile: nell’auto elettrica questo dimezza i consumi, ma nell’auto termica non mi dà praticamente alcun vantaggio dato che il circuito di riscaldamento dei sedili richiede comunque che il motore sia in funzione.