In questo articolo l’autore sottolinea, a mio parere correttamente, l’importanza della componente software nell’evoluzione del prodotto “automobile”.
Purtroppo però l’autore non dimostra dimestichezza con la dinamica (anche economica) delle piattaforme digitali e non coglie l’importanza della standardizzazione, che è invece IMHO il principale tratto distintivo del processo di digitalizzazione.
La vera competizione sarà quella che vedrà emergere due o tre (al massimo) stack complete, presumibilmente TUTTE basate su una qualche versione di Linux. Probabilmente alcune saranno dovute ai colossi del digitale (Microsoft, Google, Apple, Amazon,…) ma alcune potrebbero essere frutto del lavoro di indipendenti, come ad esempio Apex.AI.
Se si capisce quanto inevitabile sia questo tipo di evoluzione, si capisce anche che la previsione di centinaia di migliaia di posti di lavoro persi sia allo stesso tempo giusta ma anche sbagliata.
“Giusta” perché è molto probabile che nessuna Casa automobilistica (con l’eccezione di #Tesla) sia oggi pronta a competere in quest’area ed, escludendo forse #Volkswagen, #Toyota e #Hyundai, quasi nessuna abbia le economie di scala per farlo in futuro.
“Sbagliata” perché saranno invece molti di più di quelli persi i posti di lavoro creati dalla nuova piattaforma digitale in cui evolverà l’auto.
“Sbagliatissima” perché, contrariamente a quanto succedeva nella #analog_car, la #digital_car crea un mercato completamente aperto che, se non venisse osteggiata in modo miope, potrebbe rappresentare una opportunità epocale per l’industria automobilistica italiana.