Effetto Osborne

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Chi conosce questo blog sa quante volte abbia descritto la curva sigmoide (o curva a S) che approssima la curva seguita dai fenomeni di adozione tecnologica.

La transizione verso la mobilità elettrica non è però identica all’adozione del telefonino o di Internet; essa infatti è composta di due semi-transizioni, l’abbandono del motore a scoppio e l’adozione di quello elettrico. Idealmente le due curve dovrebbero essere perfettamente simmetriche, portando a questa situazione:

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Come si vede, le vendite di auto endotermiche vengono progressivamente soppiantate dalle vendite di elettriche e, a livello di mercato complessivo non cambia nulla.

Sappiamo però che le sigmoidi sono caratterizzate da tre parametri e vediamo che succede alterando ciascuno separatamente.

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La prima variazione è la più semplice da interpretare: la quota di EV a regime è leggermente inferiore a quella delle ICE di partenza. La combinazione delle due sigmoidi si traduce semplicemente in una graduale diminuzione dei volumi.
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Proviamo ora a variare la velocità con la quale procedono le due semi-transizioni: in questo caso abbiamo ipotizzato che l’abbandono dei motori a scoppio proceda un po’ più velocemente di quanto le Case automobilistiche riescono a convertire la propria produzione. L’effetto sul totale è minimo, una semplice oscillazione.
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Ritardare nel tempo l’inizio della transizione elettrica rispetto a quella endotermica invece provoca conseguenze catastrofiche, con un brusco calo dei volumi complessivi (anche -60% !) per un periodo pari a quello del ritardo stesso.

Probabilmente nella realtà le tre variazioni che abbiamo esaminato ci saranno tutte contemporaneamente, portando allo scatenarsi del cosiddetto “Effetto Osborne” che si manifesta quando l’annuncio di un successore più avanzato di un qualsiasi prodotto frena le vendite della versione precedente, ormai percepita come obsoleta.

Il grafico che rappresenta questa situazione non è altro perciò che la somma dei tre casi parziali precedenti, e cioè

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Naturalmente i modelli matematici sono solo una rozza approssimazione della realtà: in questo caso però ci aiutano a capire che tra i tre effetti, il ritardo è quello che può avere le conseguenze più gravi, con una importante riduzione dei volumi complessivi e un conseguente rischio per la sopravvivenza di Case e reti commerciali.

Oltretutto io penso che la proibizione delle vendite delle endotermiche al 2035 approvata recentemente dalla UE sarà ampiamente anticipata dal mercato; l’esperienza della Norvegia ha infatti dimostrato che il mercato di muove molto più rapidamente dei legislatori: nel paese scandinavo, che aveva fissato al 2025 la data di abbandono delle motorizzazioni fossili, la previsione è che si arrivi al 100% di veicoli elettrificati già entro la fine del 2022.

E’ chiaro che farsi trovare pronti in Norvegia (dove si immatricolano meno di 150.000 auto l’anno) è ben diverso che farsi trovare pronti in Germania, Francia o Italia o, peggio ancora, in TUTTI questi paesi contemporaneamente.

Ma l’effetto Osborne è inarrestabile: chi non sarà pronto non venderà e se non sarà pronto nessuno, il mondo scoprirà la stessa cosa che hanno scoperto gli italiani dagli anni ’60 ad oggi e cioè che comprare un’auto nuova ogni 5 anni non è obbligatorio, rallentando anche il beneficio ambientale associato.

Chi ha a cuore l’ambiente e chi ha a cuore l’industria automobilistica dunque deve operare con tutte le proprie forze per accelerare la conversione della produzione perché a questo punto, il ritardo uccide.


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