In un precedente post abbiamo introdotto la curva sigmoide, spiegando che è quella che caratteristicamente seguono i processi di innovazione tecnologica. Per esempio consideriamo le curve di adozione di alcune nuove tecnologie
Come si vede la loro forma è inconfondibile; la curva ha un’equazione che potrebbe intimidire:
ma in pratica i parametri che ne determinano la forma sono tre:
- la quota finale a cui si arriva
- l’intervallo di tempo nel quale si raggiunge la quota finale
- l’inclinazione della rampa, che governa la forma delle sottocurve di decollo e di atterraggio
Vediamoli raffigurati:
Nel nostro caso sappiamo che il parco circolante cambia poco, dunque facciamo l’ipotesi che le EV acquistate sostituiscano una vettura ICE; dunque la quota sul circolante (circa 37M di vetture in Italia) cresce anche se a un certo punto le nuove EV in qualche caso sostituiscono non una ICE ma una EV ormai vecchia.
Anche su questi valori possiamo fare delle ipotesi. Ad es. immaginiamo che la sostituzione avvenga mediamente dopo 10 anni: dopo tale data il numero netto di EV in circolazione (in blu) aumenta solo della differenza tra quelle nuove immatricolate (in verde) e quelle sostituite (in viola) che abbiamo immaginato essere il 90% di quelle immatricolate dieci anni prima:
La curva di crescita del parco circolate risulta dunque MOLTO più lenta della curva delle immatricolazioni: pnel caso della figura sottostante er arrivare alla saturazione del circolante si dovrà attendere circa un altro 50% dell’intervallo prescelto o, in altre parole, alla fine dell’intervallo il circolante è convertito solo per poco più della metà; il valore preciso dipende essenzialmente dall’inclinazione: più ripida è la sigmoide (ovvero più rapida è la sostituzione del parco) più elevato sarà la percentuale di sostituzione finale, come del resto è intuitivo.
Avere un modello matematico ci permette di valutare con senso critico le affermazioni che ogni tanto vediamo riportate sui giornali.
4 risposte a "I segreti di una sigmoide"