Ci avviamo verso la fine dell’anno e – addirittura – si ritorna a parlare di incentivi in Italia. Ammesso che il Governo riesca a stiracchiare una coperta già piuttosto corta, mi auguro abbiano preso nota delle mie raccomandazioni, se non altro per potermi vantare con gli amici.
Ma in ogni caso non credo che gli incentivi avranno un effetto reale di particolare entità per pochi semplici motivi:
- la domanda è già enormemente superiore all’offerta di veicoli elettrici; basti considerare come questi ultimi siano caratterizzati da una totale assenza di sconti (è un test che ciascuno di voi può fare visitando una concessionaria) e lunghissimi tempi di consegna (si parla per molti modelli di quattro-sei mesi e non certo per gli allestimenti o gli accessori, visto che molti modelli elettrici sono top di gamma ed arrivano in versione full-optional);
- l’ottima tenuta del valore dell’usato (anche questo è un test che non richiede molto sforzo: un semplice giro su Autoscout rivela che non si trovi una Nissan Leaf prima serie a meno di €12.000 a meno di o una BMW i3 a meno di 20.000, nonostante diversi refresh.
- le aziende con flotte aziendali (i nostri intelocutori principali) riferiscono ormai frequentemente di quotazioni di Noleggio a Lungo Termine ancora superiori agli equivalenti termici ma solo per meno del 10%(*), un differenziale ampiamente recuperabile con un costo di esercizio inferiore.
Insomma, è giustificato un accenno di garbata ironia nei confronti di chi continua a rimanere fedele alla linea che “Non sta succedendo niente” ! Sembrano un po’ gli orchestrali sul Titanic, costretti a continuare a suonare facendo finta di nulla mentre il transatlantico affonda: la domanda invece c’è, ed è anche molto vivace, ma la ragione per la quale i volumi sono ancora così piccoli a mio parere è da ricercarsi altrove e cioè nella difficoltà di produrre volumi elevati di prodotti che non condividono quasi niente con i loro equivalenti termici.
Qualche settimana fa, un progettista di una importante Casa Auotomobilistica mi fece notare che – tradizionalmente – una fabbrica automobilistica nasce attorno al luogo dove si produce il suo componente più massiccio e tutte le altre componenti vengono fatte giungere “just in time” quando sono necessarie nel corso del processo di assemblaggio.
In un veicolo termico questo componente è il Powertrain, ma nell’auto elettrica questo componente è la Batteria. Dunque non si tratta di convertire una linea di produzione termica in una elettrica, perché spesso costa di meno rifarla daccapo.
Sono queste le ragioni – e non certo la miopia – che rendono lento un processo di trasformazione industriale del quale non abbiamo visto l’uguale dalla Rivoluzione Industriale a oggi.
Dunque, ammesso che il Governo riesca a trovare un o’ di soldi, non vi aspettate impennate vertiginose nei volumi di consegne: la famigerata sigmoide predice circa 13.000 unità per l’anno prossimo, ed un eventuale programma di incentivi non potrà che spostare questa previsione in misura minima.
Se poi qualcuno volesse rischiare un caffé, io sono sempre disponibile…