Dalle pagine del Corriere della Sera Sandro Orlando commenta un documentario del 2019 di Michael Moore e Jeff Gibbs “Planet of the Humans”.
Si tratta di un documentario dove, insieme ad osservazioni assolutamente condivisibili ne troviamo altre dal valore scientifico molto dubbio, spesso sostenute da argomentazioni per lo meno discutibili, come quella di utilizzare spezzoni che parlano dei problemi di tecnologie obsolete commentandoli come se fossero attuali senza minimamente nominare gli avanzamenti tecnologici che, nel frattempo, hanno permesso di superarle.
Basti dire che sempre su YouTube è facile trovare filmati di debunking che hanno esaminato queste imprecisioni evidenziandone le incongruenze; dunque non ha molto senso duplicare il lavoro già fatto.
Però credo che siano pochi gli spettatori italiani che hanno voglia di visionare due ore di documentario in lingua inglese ed altre due ore di debunking, sempre in inglese; molti di più saranno coloro a cui basta il riassuntino scritto da Orlando, che perciò merita attenzione:
I rimproveri
- L’auto elettrica cammina con l’energia della rete, che al 95% dipende dal carbone.
- L’idrogeno, che pure viene utilizzato come carburante, si ricava dal metano, cioè sempre da una fonte fossile. Il bioetanolo, che passa per essere un’altra alternativa pulita alla benzina, si produce coltivando canna da zucchero, che richiede però molti fertilizzanti, e altrettanto carbone per la distillazione.
- Il silicio delle celle fotovoltaiche si estrae dalle miniere, e poi va fuso negli altoforni che bruciano carbone.
- Per accendersi ogni mattina la più grande centrale solare del mondo, a Ivanpah, in California, deve essere alimentata per ore a gas, producendo emissioni altamente inquinanti.
- Le auto elettriche della Tesla sono fatte di alluminio, litio e grafite. L’alluminio richiede otto volte più energia dell’acciaio;
- l’estrazione del litio libera sostanze tossiche; la grafite è un’altra forma di carbone.
Le risposte
- L’energia elettrica NON viene per il 95% dal carbone; Our World in Data ci dice che questo non è vero a livello globale (41,8%) non è vero negli USA (31,15%), non è vero nell’Unione Europea (26%) né tantomeno in Italia (16.44%). Non è vero persino nel paese che usa più carbone di tutti, la Polonia, dove si arriva a sfiorare il 90%.
- Sono sostanzialmente vere le osservazioni su idrogeno e bioetanolo, la cui sostenibilità come carburanti per autotrazione è poco…. sostenibile.
- Il silicio costituisce il 28% della crosta terrestre e dunque è estremamente abbondante. La maggior parte viene usato dall’industria dell’acciaio (dunque proprio per produrre proprio le automobili tradizionali dal quale parte l’articolo), il vetro, i materiali edili; nelle sue forme più pure (per ricavare le quali si parte dalla quarzite) viene utilizzato dall’industria del fotovoltaico e in quelle ancora più pure per i semiconduttori. Seguendo lo stesso ragionamento dell’articolo, prima di rinunciare ai pannelli solari dovremmo perciò abbandonare computer e telefoni cellulari.
- La centrale di Ivanpah, con 392 MW di potenza nel deserto di Mojave è il più grande impianto solare termico degli Stati Uniti (superato da quello di Ouarzazate in Marocco); si tratta di una tecnologia completamente diversa dal fotovoltaico che nella fase di avvio richiede l’alimentazione a combustibile fossile, ma la sua impronta carbonica è comunque inferiore di circa il 75% ad un impianto fossile di pari potenza: nel 2014 ha prodotto 419 GWh di energia elettrica usando una quantità di gas che in un impianto a turbogas ne avrebbe prodotti circa 124.
- Una Tesla Model S contiene circa 190 kg di alluminio; un veicolo di segmento C in Europa ne contiene mediamente circa 133kg, uno di segmento D 199kg ed uno di segmento E (il segmento cui appartiene la Model S) addirittura 356kg, cioè quasi il doppio ! Non si capisce dunque perché prendersela in particolar modo con la Tesla…
- Ogni estrazione mineraria presenta problemi di impatti ambientali ed interrogativi etici; il litio non fa eccezione, ma ancor peggio è il cobalto che infatti oggi è in via di sostituzione. Non fanno eccezione neppure petrolio o metano, per i quali negli ultimi cent’anni sono state combattute innumerevoli guerre che, evidentemente, non infastidiscono Moore !