Disinformazione v.2

Un cretino scrive un articolo farneticante pieno di inesattezze fattuali che evidenziano come NON possieda affatto un’auto elettrica, ma CONTRARIO all’auto elettrica, e i media nazionali lo rimbalzano per ogni dove. Ignorarlo? Una parola, una mezza dozzina di amici che conoscono la mia passione per i dati mi hanno interpellato o taggato.

Come dico sempre, ci potrebbe essere qualcuno che in buona fede non conosce la materia e a questa persona (non certo al propagandista che ha messo insieme questo putrido calderone ribollente di bugie, mezze verità e fatti decontestualizzati) devo una risposta.

L’Unione Europea, non ho ben capito con quale logica e per quale interesse, spinge fortemente per la conversione totale della mobilità dal termico all’elettrico.

Ecco la dichiarazione di intenti: dovrebbe essere sufficiente questa apertura per spingere il lettore ad ignorare il resto.

Quanto alla valenza ecologica dei motori elettrici, non ho gli elementi per affermare se sussiste veramente ma ho seri dubbi anche in considerazione dell’enorme problema relativo allo smaltimento delle batterie esauste.

Le ricerche di studiosi di tutto il mondo sono univoche (ma ahimé gli studiosi concordano anche che la Terra è una sfera e che il cambiamento climatico è causato dall’uomo e sappiamo che questo non scoraggia i complottisti); per chi avesse voglia e tempo, in questo post ho raccolto un elenco di studi. Per chi invece non aveese voglia o tempo, questa è la conclusione: le emissioni provocate nel ciclo di vita (produzione, uso e fine vita) di una vettura elettrica sono tra il 50% e il 75% inferiori ad una equivalente auto a combustione interna.

In particolare l’insinuazione sullo smaltimento è davvero assurda, dato che proprio la possibilità di riciclare i metalli che compongono una batteria è uno dei punti di forza della motorizzazione elettrica (prova un po’ a riciclare la benzina dopo che l’hai bruciata…) che sta spingendo la costruzione di impianti di riciclaggio batterie come quello di Volkswagen a Salzgitter o quello di Hydrovolt in Norvegia; anche in Italia il consorzio COBAT è molto attivo.

A fronte di un costo medio della energia domestica pari ad € 0,52/KWh […]

In gergo questo si chiama “cherry-picking”: l’ignoto estensore ha semplicemente (casualmente ?) considerato il costo dell’energia elettrica domestica al suo valore massimo storico. In questo grafico ho raffigurato il MIO costo dell’EE nel corso degli ultimi 48 mesi, cioè il tempo in cui ho posseduto un’auto elettrica: è evidente a chiunque che il 2022 sia un’anomalia (peraltro già rientrata, con prezzi al kWh ormai scesi sotto €0,40) non rappresentativa.

[…] motori elettrici di nuova generazione necessitano di batterie con una capacità di almeno 40kwh

Questa se l’è inventata di sana pianta (fonte dei dati: EV database):

  • Hyundai Kona = 39kWh
  • Mini Cooper SE = 28,9kWh
  • Mazda MX 30 = 30kWh
  • Smart EQ Fortwo = 16,7kWh
  • Honda e-Advance = 28,5kWh
  • Fiat 500e = 24kWh
  • Renault Twingo = 28,8kWh
  • Dacia Spring = 26,8kWh

[…] ho dovuto riscontrare che per le ricariche alle colonnine pubbliche viene praticato un costo pari ad euro 0,89/KWh, ovvero quasi il doppio.

Questa invece è una mezza verità: solo uno sciocco potrebbe meravigliarsi che il costo dell’energia elettrica a casa sia di molto inferiore al costo in strada, che deve remunerare – oltre al costo dell’energia – anche l’investimento per l’installazione, la manutenzione, l’affitto degli spazi sopportato dall’operatore che offre la ricarica.

Perché “mezza”? Ma perché, come sa chiunque guidi (davvero) un’auto elettrica, quasi nessuno paga il prezzo pieno per le ricariche pubbliche, dato che tutti gli operatori offrono formule di abbonamento o forfettarie che riducono il costo anche del 40%. Quando d’estate vado in Sicilia per le vacanze, attivo una di queste formule forfettarie e pago il kWh €0,38 !!!

Quindi il problema della scarsissima disponibilità di punti di ricarica pubblici viene enormemente acuito dalla necessità di accedere esclusivamente ai punti di ricarica veloce, che sono circa il 20% della totalità.

Altro indizio che l’amico parla di cose che non conosce: i punti di ricarica DC sono MOLTO MENO del 20% del totale: in effetti sono molto più vicini al 10% (ahimé)

Da ciò deriva che se devi fare un viaggio, o ti prendi due giorni per fare 400 km oppure ti fermi almeno un paio di volte per ricaricare nelle postazioni di ricarica veloce, con una attesa per ogni ricarica di minimo un’ora (purtroppo anche la storia che con 20 minuti si raggiunge l’80% della ricarica è un’altra fandonia: ce ne vogliono almeno 40).

Ecco un’altra prova del fatto che il nostro arguto estensore su un’auto elettrica non c’è mai nemmeno montato: le ricariche in corrente alternata infatti sono pensate per le soste notturne, quando la sosta lunga non crea problemi. Le ricariche DC invece ne richiedono… quanto? Facciamo i conti: di solito ci si ferma quando il livello di carica raggiunge il 20% e si carica fino all”80%, cioè si carica il 60% della capacità della batteria ovvero 40kWh*60%=24kWh. Dato che tutte le stazioni DC offrono ALMENO 50kW di potenza, 24kWh/50kW=0,48h=al massimo 29 minuti (e qualcosa di meno usando stazioni più veloci). Scegliendo vetture più potenti il dato non cambia molto perché cresce la velocità di ricarica ma anche la dimensione della batteria.

In sostanza un viaggio che con un motore termico richiederebbe tre ore di percorrenza, con un motore elettrico, se si è fortunati a trovare le colonnine funzionanti e libere, se ne impiegano almeno sei!

Per favore almeno l’aritmetica: se l’autonomia della vettura elettrica è di circa 230km (vedi poco dopo) basterà una sosta di circa mezz’ora. Dunque 3 ore in termico, meno di 4 in elettrico.

Per la cronaca, con una vettura di poco più grande (la Hyundai Kona con 64kWh di batteria) tutte le estati io faccio Pavia-Sicilia (1,800km) in circa 35 ore, e meno male che ci sono le soste per la ricarica che mi consentono un pisolino ristoratore!

Mettiamo a paragone una piccola utilitaria con batteria da 40kWh ed autonomia di 170 km (che è la reale autonomia su percorso extraurbano rispettando i limiti di velocità, alla faccia della autonomia di 350 km dichiarata dalla casa),

Qualunque vettura elettrica, anche le meno efficienti sportive dalle prestazioni folgoranti (appunto) riescono a contenere i consumi entro i 200Wh/km, a maggior ragione le vetture piccole che stiamo esaminando. Dunque una vettura con 40kWh di batteria a velocità autostradali percorre ALMENO 200km.

Inoltre il consumo che ciascuno di noi sperimenta nel proprio portafogli è un consumo “blended” cioè una media “del pollo” tra città e autostrada, tra estate ed inverno. Nel mio caso (64kWh di batteria) l’autonomia oscilla tra i 370 e i 500km; rapportandola alla dimensione di 40kWh posso stimare una percorrenza REALE compresa tra 231 e 310 km.

con la stessa utilitaria con motore termico a benzina e Gpl:

A) un “pieno” di energia effettuato collegandosi ad una utenza domestica costa € 20,80 (€ 0,52 x 40kwh = € 20,80);

B) un “pieno” di energia effettuato collegandosi alle colonnine pubbliche costa € 35,60 (€ 0,89 x 40kwh = € 35,60);

C) un pieno di 40 litri di benzina costa € 74,40 (€ 1,86 x 40lt = € 74,40);

D) un pieno di 40 litri di Gpl costa € 29,44 (€ 0,736 x 40lt = € 29,44).

Nel paragone va considerato un “piccolo particolare”: con un pieno di energia si percorrono al massimo 170 km, mentre con un pieno di benzina si percorrono almeno 680 km (considerando un consumo medio di 17 km/l) e con un pieno di Gpl se ne percorrono 560 (calcolando un consumo di 14 km/l).

E qui casca l’asino:

– costo a km di una ricarica domestica = € 0,122 (€ 20,80 ÷ 170km = € 0,122)

– costo a km di una ricarica pubblica = € 0,217 (€ 35,60 ÷ 170km = € 0,209)

– costo a km di un pieno di benzina = € 0,109 (€ 74,40 ÷ 680km = € 0,109)

– costo a km di un pieno di Gpl = € 0,052 (€ 29,44 ÷ 560km = € 0,052).

Quindi, tirando le somme, un pieno di carica elettrica alla colonnina costa il quadruplo di un pieno di GPL.

Questo è un capolavoro di offuscamento della realtà ottenuto scegliendo i valori più penalizzanti per la vettura elettrica, quelli meno penalizzanti per la vettura termica e stiracchiando i consumi. Io invece traccio puntualmente il costo di ogni ricarica che faccio, la quantità di energia elettrica che consumo ed il costo di ogni kWh che ricarico, confrontandolo giorno per giorno con il costo del gasolio in quel momento (eh sì, anche gasolio e benzina hanno avuto discreti picchi di costo, convenientemente ignorati dall’amico propagandista). L’unica differenza è che io una vettura a gasolio che facesse 17 km con un litro, soprattutto in città, non l’ho mai avuta e ho considerato 15. Da questo raffronto storico il risultato è questo:

Questo diagramma richiede una spiegazione: la barra grigio-fumo rappresenta il costo di 100km a gasolio mentre quella blu-mare-pulito rappresenta il costo degli stessi 100km comprando l’energia elettrica a casa o alla stazione pubblica.

La barra azzurro-cielo-non-inquinato però rappresenta il mio costo reale perché, guarda un po’, una parte dell’energia elettrica che la mia auto consuma me la autoproduco grazie al mio impianto fotovoltaico, una possibilità che con un motore termico non potrei avere.

Il tutto senza considerare che una auto elettrica costa il 30% in più rispetto ad una pari modello termica

Vero.

mentre una auto elettrica all’esaurimento delle batterie o della garanzia sulle medesime (dopo non più di 8 anni) vale zero.

Per chiudere in bellezza, una vera e propria bugia che chiunque può smentire andandosi a fare un giro su Autoscout o simili: l’usura di una auto elettrica è molto minore (come testimoniato dal fatto che praticamente non esiste la manutenzione programmata): non c’è acqua, non c’è olio, non c’è benzina dunque non c’è tutto l’armamentario di circuiti, filtri, serbatoi e pompe; non c’è cambio, la trazione integrale è ottenuta con due motori, i freni si usurano pochissimo. Le garanzie delle auto coprono di solito 8 anni o 160.000 km al termine dei quali (ammesso che la batteria di trazione fosse esaurita, dato che i motori elettrici sono praticamente eterni) con una spesa di circa 10,000 euro ho un’auto meccanicamente nuova.


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